FAQ lassità cutanee

La lassità cutanea non è altro che un cedimento dei tessuti cutanei legato ad una degradazione delle fibre collagene cutanee. Questa degradazione è dovuta in parte a fattori intrinseci, geneticamente determinati, e in parte agli stili di vita (esposizione solare, fumo, alimentazione). Il trattamento delle lassità cutanee consiste nell’innalzamento della temperatura dei tessuti grazie a tecniche a Radio Frequenza. Tali tecniche permettono di ottenere una vasodilatazione dermo/epidermica con conseguente aumento dello scambio di ossigeno e sostanze nutritizie, miglioramento del metabolismo, smaltimento più efficace delle sostanze di scarto e un ri-arrangiamento delle strutture cellulari profonde responsabili della produzione di elastina e fibre collagene.
Da un punto di vista operativo le modalità di trattamento sono molto semplici: in seguito all’applicazione di una crema conduttiva viene fatto scorrere il manipolo sulla parte interessata per un tempo variabile dai 20 ai 60 minuti in base alla sede di intervento..
Il trattamento a Radio Frequenza produrrà effetti immediati (come un miglioramento del tono cutaneo) ed effetti più tardivi (effetto tensore) che si manifestano in un tempo variabile dai 3 ai 6 mesi, quando la formazione di nuovo collagene sarà completata e persisterà a lungo nel tempo..
Il ciclo terapeutico prevede un numero di sedute variabili da 4 a 8 o più, a seconda del grado di lassità da trattare. In seguito è consigliato un mantenimento mensile, bimensile o a cicli annuali..
La sensazione più frequentemente descritta è quella di un formicolio associato a una sensazione di calore in prossimità del manipolo. In assoluto la Radio Frequenza rappresenta uno dei trattamenti più piacevoli che la medicina estetica possa mettere a disposizione rispetto a qualsiasi altra tecnica esistente in letteratura scientifica…

Tenendo ben presenti i fattori menzionati che condizionano la risposta al trattamento (fumo di sigaretta, eccessivo uso di alcool, eccessiva esposizione a sole e lampade UV, alimentazione povera di frutta, verdura e acqua) il consiglio più ovvio è quello di correggere tali abitudini e di assumere, come fosse una “terapia”, un bicchiere di acqua (meglio due se è possibile) la mattina appena alzati prima di colazione, a metà mattinata, a mezzodì prima del pasto, a metà pomeriggio prima della merenda, alla sera prima di cena e prima di andare a letto in aggiunta a quanto il nostro organismo possa richiedere in altri momenti della giornata. Possiamo magari limitare un po’ la razione di acqua prima d andare a letto e la mattina prima di colazione per ovvie ragioni legate alla sua eliminazione, ma durante il giorno questa “terapia” deve rientrare nelle abitudini regolari di ciascuno di noi. Con l’età, lo stimolo della sete tende ad affievolirsi, anche se la necessità di acqua da parte del nostro organismo non viene meno. Per questo è importante considerare l’idratazione come una vera e propria “terapia” in quanto va assunta anche contro voglia. Pur non essendo piacevole da bere quando non si ha sete, una corretta assunzione di acqua è fondamentale per i processi metabolici del nostro organismo e quando manca, l’organo che più ne risente è la nostra pelle.

Attenzione però: l’elevato apporto di acqua da assumere non deve essere sostituito da bevande e succhi di frutta ad alto contenuto di zuccheri aggiunti che graverebbero ulteriormente sul bilancio calorico giornaliero.

La definizione “Medical Facelift” spesso usata dagli americani per definire la Radio Frequenza, pur essendo impropria in quanto non può sostituirsi ad un lifting chirurgico, rende l’idea dei miglioramenti ottenibili con queste tecniche, il più delle volte talmente stupefacenti da far rimandare o addirittura annullare l’intervento chirurgico, soprattutto in zone come il contorno occhi (le palpebre in questo caso rappresentano la zona più sensibile ai cedimenti strutturali dando un aspetto spento e quasi assonnato allo sguardo), alle cosiddette zampe di gallina e al contorno labbra.
Quando si usano tecniche a Radio Frequenza vi sono alcuni criteri di esclusione da chiarire al momento del colloquio tra i quali: pazienti portatori di pace maker o protesi metalliche, zone recentemente esposte a lipofilling o a filler non riassorbibili, donne in gravidanza, soggetti affetti da collagenopatie.
Immediatamente dopo il trattamento la pelle appare leggermente arrossata con un lieve e temporaneo edema che regredirà in un tempo che varia da una decina di minuti a qualche ora. In ogni caso la ripresa al sociale è immediata in quanto non si manifesteranno discromie o irritazioni tali da impedire il proseguimento della giornata. Non a caso la Radio Frequenza viene solitamente definita come “Lunch Lifting Therapy”, meglio conosciuta come lifting della pausa pranzo.
Il grande pregio dei trattamenti a Radio Frequenza consiste proprio nel non essere dipendenti dalle esposizioni solari. Pertanto può essere sostenuto in qualsiasi periodo dell’anno senza alcuna limitazione. Anche in questo caso vige sempre l’accortezza di esporsi con le dovute precauzioni, in quanto non avrebbe senso pratico riparare e sostenere i nostri tessuti con la Radio Frequenza e poi vanificare tutti gli sforzi, anche economici, in una esposizione smodata al sole e alle lampade UV.
I trattamenti a Radio Frequenza non sono dedicati solo alle lassità cutanee. Apportare giovamento ai tessuti è una priorità di queste tecniche, indipendentemente dal grado di danneggiamento cutaneo. In seguito ad un intervento di chirurgia plastica, tali tecniche possono consentire di migliorare ulteriormente il turgore cutaneo e ripristinare la naturalezza dei lineamenti spesso messi a dura prova da eccessive rimozioni di tessuto.
I trattamenti possono essere sostenuti con cadenza settimanale, quindicinale o mensile in base al tempo impiegato per sostenere la singola seduta. Trattamenti più lunghi possono consentire di diluire la frequenza del numero di sedute, anche se l’ideale sarebbe sostenerle ogni 2/3 settimane.
Il cedimento mammario, in seguito al termine della gravidanza, è una conseguenza della repentina ipertrofia delle ghiandole mammarie e della conseguente e altrettanto repentina atrofia della stessa al termine dell’allattamento. Nei casi dove i volumi mammari diventino eccessivamente ipertrofici è possibile si manifestino anche smagliature, associate in seguito a cedimenti strutturali. Le tecniche a Radio Frequenza, pur non effettuando un effetto riempitivo delle ghiandole mammarie, ripristinano il turgore cutaneo grazie ad un effetto tensore, utile al rassodamento dei tessuti e alla graduale retrazione del seno. In queste situazioni i tempi di intervento svolgono un ruolo importantissimo e prima si interviene al cedimento dei tessuti e meglio è. La visita al momento del colloquio potrà determinare il grado di lassità individuale e capire se vi possano essere o meno gli estremi per una mastoplastica additiva.