Capillari

Ciò che viene comunemente definito capillare altro non è che una dilatazione di piccoli vasi venosi che possono assumere colorazioni che vanno dal rosso vivo al blu-violaceo.

COME SI MANIFESTANO
L’insorgenza tipica avviene negli arti inferiori ma si possono spesso notare nelle ali del naso, nelle guance, nel collo o meno frequentemente nel décolleté. Sono molto diffusi soprattutto in persone con pelle chiara e sono accentuati dall’esposizione al sole, al freddo o da predisposizioni genetiche con meccanismi molto simili a quelli già visti per la couperose. (vedi couperose)

Quando si manifestano in zone come viso o décolleté, la loro insorgenza può essere legata alla menopausa, a disturbi gastrointestinali (difficoltà nella digestione e stipsi), ad alterazioni tiroidee, a turbe mestruali oppure a disturbi epatici accentuati da abuso di alcool, caffè, cibi grassi e piccanti o fattori emozionali e da stress.

Quando si localizzano nelle gambe, sono sempre espressione di disturbi vascolari più o meno marcati, associati, il più delle volte, a stili di vita e ad attività lavorative che amplificano la loro manifestazione.

La gravidanza è il periodo nella vita di una donna dove l’aumento della dimensione del feto porta, in molti casi, a una compressione meccanica del reflusso venoso addominale, soprattutto in prossimità della vena porta epatica. Ciò determina un aumento della pressione venosa e una stasi del flusso venoso soprattutto agli arti inferiori.

L’imbibizione di liquidi e il conseguente aumento di volume degli arti inferiori è il primo segno di insufficienza vascolare che può portare, col tempo, alla dilatazione capillare in zone tipiche come il lato esterno della coscia, il lato interno e posteriore del ginocchio, il polpaccio e la zona malleolare, quest’ultima vero e proprio imbuto, dove si concentrano la maggior parte delle dilatazioni capillari.

Volendo classificarli possiamo distinguere i “capillari” a seconda della loro dimensione:

  • da 0,1 a 1 mm teleangectasie normalmente di colore rosso;
  • meno 0,2 mm teleangectasie tipo matting tali da formare una rete;
  • da 1 a 2mm teleangectasie venulari di colore blu, leggermente rilevate;
  • da 3 a 4 mm vari reticolari o varici minori di colore cianotico blu.

Esistono inoltre tutta una serie di fattori che contribuiscono alla ritenzione idrica:

  • fattori costituzionali;
  • fattori ormonali: gli estrogeni, il progesterone e la prolattina la favoriscono. La carenza di ormoni tiroidei provoca imbibizione dei tessuti, così come l’aumento del cortisolo ematico, frequente soprattutto nei periodi di stress;
  • alimentazione scorretta (eccessiva assunzione di calorie e di sale);
  • abitudini non corrette (gambe accavallate, calzini e scarpe inadatte, indumenti troppo stretti, vicinanza a fonti di calore).

COME SI CURANO

Tecniche non laser
La terapia dell’insufficienza vascolare venosa, da un punto di vista preventivo e curativo, si basa sull’utilizzo di calze a compressione graduata e sul drenaggio linfatico manuale, consigliati soprattutto a persone che svolgono la loro attività lavorativa prevalentemente in piedi per molte ore al giorno (parrucchiere, bariste, commesse) oppure sedute (impiegate e cassiere).
Va poi differenziata la paziente che presenta delle teleangectasie isolate rispetto alla paziente che presenta varici reticolari estese. In questi ultimi casi è preferibile un attenta valutazione vascolare con Eco-Color Doppler in modo da correggere eventuali scompensi emodinamici.
Pur se datata, la terapia sclerosante costituisce ancora la terapia più indicata per i vasi di medio calibro (3-4 mm). La sostanza iniettata provoca una reazione infiammatoria e una fibrosi della parete venosa tali da provocarne la chiusura.
Le complicanze più comuni delle iniezioni sclerosanti sono legate alla tecnica iniettiva in riferimento al piccolo stravaso di sangue che può fuoriuscire dal vaso stesso in seguito alla sua iniezione. Tale fuoriuscita generalmente si riassorbe velocemente anche se a volte permane una ecchimosi che pigmenta la sede di iniezione e che regredisce in tempi che possono variare da 3/4 settimane a qualche mese. La comparsa del matting capillare è un altro fenomeno che si può manifestare nel 2% circa dei pazienti trattati con sclerosanti ed è costituito dalla comparsa di capillari molto più piccoli e diramati, rispetto al capillare trattato con farmaci sclerosanti, che creano un alone rosso-bluastro nella sede di iniezione.

Tecniche Laser
Le tecniche laser appartengono alle cosiddette tecniche di tipo fisico e consistono nel provocare una lesione termica della parete vascolare grazie all’assorbimento della luce da parte dell’emoglobina in esso contenuta. Il calore generato, provoca il collasso delle pareti vascolari e un arrossamento con un leggero edema lungo tutto il decorso del capillare. Il leggero edema, quando è presente, generalmente regredisce in un tempo variabile da uno a due giorni mentre l’arrossamento regredisce in un tempo che varia da qualche giorno a qualche settimana in base alla dimensione del capillare trattato. In genere più un capillare è grosso, maggiore sarà la quantità di energia assorbita dallo stesso.
La presenza dei capillari agli arti inferiori solitamente è sempre associata a disturbi vascolari superficiali o profondi. In entrambe i casi le tecniche di rimozione devono sempre essere associate ad ausili, comportamenti e stili di vita che tendano a favorire il reflusso venoso e il riassorbimento idrico dei tessuti.

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