FAQ cellulite, ritenzione idrica e insufficienza vascolare

In generale sono preferibili gli sforzi cosiddetti aerobici, quindi quegli sforzi grazie ai quali vi è un aumento delle capacità cardio circolatorie senza la produzione di acido lattico. Il motivo di questa scelta non è da ricondurre alla minor produzione di acido lattico, rispetto le attività anaerobiche (pesistica e sforzi estremi per intenderci), ma solo alla aumentata capacità di perfusione di tutti i tessuti, stimolata da un tipo di attività fisica meno intensa ma più prolungata.

Ad esempio, è di gran lunga preferibile una camminata veloce rispetto alla corsa, soprattutto per chi riprende ad allenarsi dopo una lunga pausa o a chi non si allena per niente. Da recenti studi si è notato che la migliore condizione per un allenamento “produttivo” la troviamo in un allenamento definito “Interval Training” (abbinamento tra lavoro aerobico e lavoro anaerobico) eseguito quando aumentiamo l’intensità dell’esercizio per poi diminuirla e riportarla in soglia aerobica più volte. Questo svilupperà un alto livello di forma cardiovascolare solamente se l’esercizio viene protratto per almeno 20/30 min.

È necessario tenere presente inoltre che la cellulite non si si presenta solo sulle gambe. Pertanto è utile associare la camminata veloce ad altri esercizi aerobici che coinvolgano le braccia come i simulatori di sci, macchine ellittiche o la bicicletta per le braccia.

Essendo un problema multifattoriale non vi è dubbio che la cura debba intervenire su tutti gli aspetti che partecipano alla sua insorgenza. Premesso quindi che a domicilio vadano corretti tutti i comportamenti e le abitudini poco sane, le strategie per intervenire su questo problema sono abbinate prevalentemente a tecniche di tipo fisico: la Diatermia in questo caso rappresenta una delle tecniche che più di altre consente il ripristino della corretta permeabilità vascolare della zona interessata dalla cellulite e di conseguenza il ripristino dell’aspetto cutaneo in tutte le forme di cellulite sino al terzo stadio e il miglioramento anche delle forme appartenenti al quarto stadio.

La visita consentirà di valutare soprattutto i fattori di rischio predisponenti i disturbi vascolari. A domicilio però è possibile fare un piccolo e semplice test per valutare il grado di imbibizione di acqua nei tessuti degli arti inferiori: In prossimità della tibia provate a tenere premuto con forza un dito per qualche istante; Se dopo averlo rialzato rimane la fossetta, siamo in presenza di un ristagno idrico. Molte volte anche se consideriamo il volume delle nostre gambe normale (soprattutto perché siamo abituati ad osservarci tutti i giorni e a non notare la differenza) il ristagno idrico può essere presente comunque, indipendentemente dall’aumento del volume delle caviglie.

Il ciclo terapeutico prevede un numero di sedute variabili da 4 a 8 o più, a seconda dell’inestetismo da trattare. In seguito è consigliato un mantenimento mensile o bimensile o a cicli annuali: come detto più volte il concetto di definitivo e permanente non sempre è valido per tutti gli inestetismi, in quanto la cellulite va curata tutto l’anno. Sarebbe irrealistico pensare di intervenire su un problema così complesso solo il mese prima di andare al mare, anche se spesso, trattata con i criteri corretti, si ottengono buoni risultati in tempi piuttosto rapidi.

Il trattamento si suddivide in tre vasi:

  • L’applicazione di tecniche Diatermiche con RadioFrequenza;
  • Il massaggio linfodrenante sulle zone sedi di intervento (esempio cosce o glutei);
  • L’applicazione di Taping linfodrenante oppure di bendaggi linfodrenanti in base alla situazione individuale.

La Diatermia è una tecnica ben tollerata e il calore prodotto è molto piacevole, soprattutto con le apparecchiature di ultima generazione che non richiedono anestesie o sistemi di raffreddamento particolari.”

Quando si usa la Diatermia vi sono alcuni criteri di esclusione da chiarire al momento della visita tra i quali: pazienti portatori di pace maker o protesi metalliche, zone recentemente esposte a lipofilling o a filler non riassorbibili, donne in gravidanza, soggetti affetti da collagenopatie.

Il grande pregio dei trattamenti con Diatermia consiste proprio nel non essere dipendenti dalle esposizioni solari. Pertanto può essere sostenuto in qualsiasi periodo dell’anno senza alcuna limitazione.

Immediatamente dopo il trattamento la pelle appare leggermente arrossata con un lieve e temporaneo edema che regredirà in un tempo che varia da una decina di minuti a qualche ora. In ogni caso la ripresa al sociale è immediata in quanto non si manifesteranno discromie o irritazioni tali da impedire il proseguimento della giornata.

I trattamenti possono essere sostenuti con cadenza settimanale, quindicinale o mensile in base al tempo impiegato per sostenere la singola seduta. Trattamenti più lunghi possono consentire di diluire la frequenza del numero di sedute, anche se l’ideale sarebbe sostenerle ogni 2/3 settimane. Come sempre, se a domicilio si seguono le prescrizioni affidate, i margini di miglioramento aumenteranno esponenzialmente.

Dopo un intervento di liposuzione l’abbinamento tra tecniche manuali linfodrenanti, Diatermia e utilizzo delle calze a compressione graduata consente il riassorbimento dei liquidi e il ripristino dei volumi corretti nella zona caviglie, polpacci, ginocchia, lato esterno e interno delle cosce e dei glutei. La visita deve consentire di individuare le strategie migliori per massimizzare i risultati e contenere in tal modo anche i costi di intervento.

Tenendo ben presenti i fattori che condizionano la risposta al trattamento (uso della pillola estro-progestinica, fumo di sigaretta, eccessivo uso di alcool e sale nella dieta, alimentazione povera di frutta, verdura e acqua, uso di vestiario o scarpe inadatte, sedentarietà) il consiglio più ovvio è quello di correggere o rimuovere tali abitudini e di assumere, come fosse una “terapia”, un bicchiere di acqua (meglio due se è possibile) la mattina appena alzati prima di colazione, a metà mattinata, a mezzodì prima del pasto, a metà pomeriggio prima della merenda, alla sera prima di cena e prima di andare a letto in aggiunta a quanto il nostro organismo possa richiedere in altri momenti della giornata. Possiamo magari limitare un po’ la razione di acqua prima di andare a letto e la mattina prima di colazione per ovvie ragioni legate alla sua eliminazione, ma durante il giorno questa “terapia” deve rientrare nelle abitudini regolari di ciascuno di noi. Con l’età, lo stimolo della sete tende ad affievolirsi, anche se la necessità di acqua da parte del nostro organismo non viene meno. Per questo è importante considerare l’idratazione come una vera e propria “terapia” in quanto va assunta anche contro voglia. Pur non essendo piacevole da bere quando non si ha sete, una corretta assunzione di acqua è fondamentale per i processi metabolici del nostro organismo e quando manca, l’organo che più ne risente è la nostra pelle.