FAQ discromie, cheratosi, fibromi ed escrescenze cutanee

I trattamenti, in base alle caratteristiche della lesione, agiscono in modo NON ablativo (senza vaporizzazione del tessuto) per tutte le lesioni piane come le macchie cutanee, pigmentate o vascolari, e in modo ablativo (con vaporizzazione del tessuto) per tutte le escrescenze cutanee che protrudono dalla pelle come le cheratosi e i dermatofibromi.
Nei trattamenti NON ablativi, l’impulso di luce emanato dall’apparecchiatura Laser danneggia la macchia cutanea, vascolare o melanica che sia, mantenendo la pelle integra. La macchia apparirà più evidente nei giorni successivi al trattamento, formando una crosticina piana che si esfolierà in un tempo variabile dai 7 ai 10 giorni e lasciando spazio ad una pelle più chiara.
Nei trattamenti ablativi, l’impulso di luce Laser vaporizza l’escrescenza, livellando la cute in modo naturale ed armonico e formando anche in questo caso una crosticina che si esfolierà in un arco di tempo variabile trai 7 e i 10 giorni.
Nel caso di escrescenze peduncolate o sufficientemente grandi da poter essere rimosse senza vaporizzare tutto il tessuto, sarà possibile effettuare l’esame istologico della lesione.
La durata dipende dall’estensione dell’area da trattare. Da una decina di minuti per piccole aree sino a 30/40 minuti per le zone più estese.
La prima seduta è, come sempre, la più entusiasmante in quanto la parte più grossolana della discromia viene rimossa. Per ottenere un buon livellamento dell’aspetto cromatico cutaneo, facendo sì che la zona interessata dalla macchia appaia esattamente della stessa tonalità rispetto la cute circostante, si renderà necessario proseguire con ulteriori trattamenti sino ad uniformare completamente il colorito cutaneo.
E’ necessario NON esporsi al sole o alle lampade UV in seguito al trattamento poiché, come tutti i processi irritativi, tale esposizione rischia di pigmentare ulteriormente la zona trattata o di dilatare una tramatura capillare per la quale possono rendersi necessari tempi di recupero e trattamenti piuttosto lunghi. Anche durante il periodo estivo l’esposizione solare deve essere protetta con creme ad elevato fattore di protezione (SPF 50+) e limitate ai momenti meno caldi della giornata.
La sensazione generalmente avvertita viene descritta come quella di un pizzicotto. Il pregio del trattamento è che dura molto poco e volendo, alle persone particolarmente sensibili, può essere applicata una crema anestetica.
I trattamenti NON ablativi, mantenendo l’integrità cutanea, non manifestano alcuna alterazione dell’uniformità della pelle ad eccezione di un leggero rossore e della crosticina bruna in corrispondenza della discromia. Il rossore che appare in seguito al trattamento, regredisce da una decina di minuti a qualche ora. La crosticina bruna, in corrispondenza dei lembi di tessuto pigmentati in maniera anomala, è l’unica alterazione voluta e necessaria al fine di ripristinare ed uniformare il colorito cutaneo.
I trattamenti ablativi, per la loro necessità di asportare lesioni vegetanti dalla superficie cutanea, si limitano a livellare la tessitura della pelle, mantenendo l’uniformità superficiale priva di lesioni atrofiche (avvallamenti) o ipertrofiche (escrescenze).
Generalmente si! Va detto però che in tutti i casi trattati, l’accortezza, durante la bella stagione, è quella di proteggere la pelle con creme ad elevato fattore di protezione (SPF 50+). Nel lungo periodo le zone trattate possono pigmentarsi nuovamente se esposte al sole in modo incauto.
Il costo varia in base all’estensione della zona da trattare e al numero di sedute che possono rendersi necessarie. Il colloquio informativo consentirà di valutare queste variabili proponendo comunque costi “umani” e alla portata di tutti.

L’intervallo tra un trattamento e l’altro varia da 20 giorni a un mese.

Per i trattamenti NON ablativi, il giorno del trattamento è preferibile evitare l’utilizzo del trucco. Già dal giorno successivo è possibile applicare un fondotinta di tipo minerale non oleoso. Per i trattamenti ablativi si consiglia di temporeggiare il trucco fino a quando la crosticina in prossimità della lesione NON sarà sufficientemente secca.
Per i trattamenti NON ablativi ovviamente si! L’accortezza in questo caso è quella di NON usare saponi o spugne abrasive. Il giorno successivo al trattamento lavare la zona con acqua fredda senza strofinare. Per l’asciugatura utilizzare un asciugamano morbido tamponando la zona senza strofinare.  Dopo circa una settimana è possibile lavare la zona con saponi neutri a basso grado di tensioattività che andranno mantenuti nel tempo per evitare l’eccessivo impoverimento del film idrolipidico che funge da barriera naturale alla nostra pelle. Per i trattamenti ablativi è consigliabile non bagnare la zona trattata sino a quando la crosticina in corrispondenza della lesione si sarà seccata completamente.
Per i trattamenti NON ablativi può essere di aiuto applicare, la sera del trattamento e il giorno successivo, una crema lenitiva (ad esempio a base di aloe oppure calendula) sino alla completa scomparsa di eventuali irritazioni. In seguito è consigliabile applicare una crema nutriente al mattino e alla sera sino alla completa scomparsa delle eventuali “crosticine”. Per i trattamenti ablativi, le crosticine, formatesi in corrispondenza della zona trattata, devono essere mantenute sino alla loro spontanea esfoliazione. Nei primi giorni in seguito al trattamento è utile tamponare la crosticina con una garza imbevuta di Amukina (disinfettante cutaneo a base di cloro) un paio di volte al giorno al fine di prevenire eventuali contaminazioni batteriche. Pur trattandosi di situazioni estremamente rare, considerato la bassissima invasività dei trattamenti, fenomeni come edemi, flittene e infezioni non possono essere escluse a priori e, nel caso si manifestino, devono prontamente essere segnalate al personale di riferimento per la loro gestione.

Motivazioni normative e di buon senso vietano trattamenti di questo tipo durante la gravidanza e l’allattamento.

Per i trattamenti NON ablativi, non c’è alcuna controindicazione all’attività sportiva, compresa la piscina. Per i trattamenti ablativi è preferibile evitare l’attività fisica che comporti livelli di sudorazione particolarmente intensi ed evitare la piscina per circa una settimana dal trattamento.