FAQ condilomi

I condilomi, sono delle piccole escrescenze benigne che compaiono prevalentemente nelle mucose a livello dei genitali esterni (piccole labbra e mucosa vaginale in generale, glande, lato interno del prepuzio) zona anale, bocca e gola (oro-faringe).

Si manifestano con delle escrescenze a superficie irregolare, isolate o raggruppate, di colore rosa o bruno, e di dimensioni variabili. Sono dette “creste di gallo” a causa della loro superficie irregolare. Può comparire prurito nelle zone colpite. Possono svilupparsi anche attorno o dentro la bocca nelle persone con deficit immunitari (ad esempio persone in terapia con farmaci immuno-soppressori o sieropositive per HIV). Generalmente possono provocare bruciore, prurito e la stessa sensazione di pizzicore puntiforme tipica delle verruche durante la prima fase della infezione, tendendo a differenziarsi aumentando o diminuendo di intensità in base al periodo del ciclo mestruale.
Il trattamento adottato dipende dall’età e dallo stato di salute del soggetto, nonché dal tipo di condiloma.
L’opzione terapeutica più evoluta, che, diversamente da qualsiasi altra tecnica, consente l’eradicazione dei condilomi in sicurezza permettendo la vaporizzazione delle escrescenze, è la terapia laser.
Attualmente il vaccino Gardasil-9 (attivo contro i ceppi  6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52, e 58 dell’HPV) rimane la strategia migliore al fine di proteggere lo sviluppo dei condilomi genitali e soprattutto le neoplasie HPV correlate ai ceppi ad alto rischio più comuni. La vaccinazione con il Gardasil-9 si è rivelata efficace non solo da un punto di vista preventivo ma anche nei casi di positività conclamata, associata alla terapia laser.
Avvisare il partner della sospetta o accertata positività a un problema infettivo è un profondo segno di amore e di rispetto nei suoi confronti. Per quanto possa sembrare un fatto spiacevole è da considerarsi sempre un opportunità ad una cura rapida ed efficace. Da quel momento i rapporti sessuali devono necessariamente avvenire in modo protetto, indipendentemente dal fatto che possano essere già avvenuti senza protezione. Nonostante non vi siano certezze assolute sulla sicurezza del condom, esso rimane a tutti gli effetti il metodo più efficace per la prevenzione del contagio dei virus, HPV compreso. I Passaggi successivi rimangono: il controllo dello specialista, l’eventuale terapia Laser (in questo caso di coppia) e la vaccinazione, la quale andrà effettuata ugualmente nonostante la positività.
È estremamente importante indagare e conoscere l’eventuale presenza di condilomi nelle zone intime e successivamente considerare la positività al virus HPV come un fattore di rischio per il proprio partner, e, per il rispetto che gli si deve, informarlo e sottoporre anch’egli ad una valutazione approfondita. I rapporti sessuali devono necessariamente avvenire in modo protetto, indipendentemente dal fatto che possano essere già avvenuti senza protezione. Il controllo (di coppia) dallo specialista consentirà di approfondire l’eventuale contagio e la terapia Laser più indicata per la cura di entrambi.
Durante la gestazione, può manifestarsi uno sviluppo dei condilomi, magari già da tempo presenti nella mucosa vaginale, a causa delle alterazioni fisiologiche di PH e del sistema immunitario dei tessuti coinvolti. Generalmente, se conosciuta oppure accertata la positività di HPV a livello vaginale, l’opzione più sicura rimane quella di evitare il parto naturale sostenendo il cesareo. Scrupolo che, in questo caso, evita qualsiasi rischio di contagio durante il passaggio del feto nel canale del parto. 
La presenza dei condilomi può essere evidenziata attraverso un controllo visivo dei tessuti dallo specialista, a seguito di alcune toccature nelle mucose con una garza imbevuta di acido acetico adeguatamente diluito. Esiste inoltre un test di Biologia molecolare che consiste nel prelievo di una piccola quantità di cellule grazie all’utilizzo di un tampone che viene strisciato sulla mucosa. Opportunamente conservato, il materiale prelevato viene in seguito analizzato per verificare la presenza di DNA del Papillomavirus. 
I ceppi interessati, in presenza di condilomatosi, sono prevalentemente i ceppi 6 e 11, unanimemente conosciuti come ceppi a basso rischio oncogeno (Cuschieri et al. 2011). Pur avendo una affinità prevalente per le mucose, tali ceppi vengono spesso rinvenuti anche nelle verruche cutanee. Non tutte le verruche però possono essere provocate dai ceppi 6 e 11, considerato l’esistenza di una quindicina di ceppi con affinità prevalente per cute e mucose e altri 39 con affinità prevalente solo per le mucose. Nel corso degli ultimi anni inoltre si è potuto riscontrare che l’affinità di alcuni ceppi per un determinato tessuto non è una regola tassativa in quanto può capitare che alcuni ceppi in teoria specifici per la cute siano stati individuati anche nelle mucose e viceversa. Molti di questi ceppi possono infettare l’organismo senza alcun tipo di manifestazione, pertanto l’unico modo per verificare la presenza dei virus sia ad alto che a basso rischio a fini preventivi, è il test HPV.
A seconda della quantità di condilomi asportati, il dolore post trattamento può variare. Nei condilomi trattati con il laser si avverte una sensazione di calore localizzata per un tempo brevissimo. Anche la ripetizione dell’impulso non genera mai una sensazione di dolore così intensa, in quanto la mucosa viene trattata con anestetici locali associati all’utilizzo di aria fredda anestetica. Il trattamento in ogni caso viene effettuato attraverso modalità che consentano al paziente un confort generale assoluto, utile a impedire che l’emotività del momento possa amplificare anche un disagio assolutamente gestibile.
Diversamente da molti trattamenti che prevedono l’utilizzo del Laser, nel caso dei condilomi non vi sono limiti che impongano l’effettuazione del trattamento in particolari momenti dell’anno. Il momento ideale rimane sempre “il prima possibile” al fine di intervenire immediatamente ed impedire eventuali contaminazioni secondarie, per se e per gli altri.
In genere è possibile riprendere subito l’attività lavorativa, anche se quotidianamente può essere necessario eseguire delle piccole medicazioni. In seguito al trattamento, in corrispondenza della lesione, può evidenziarsi una crosticina, indice della vaporizzazione dell’escrescenza condilomatosa, che andrà trattata applicando una soluzione di ipoclorito di sodio allo 0.115% (Amukina spray) due volte al giorno associata all’applicazione di una crema a base di acido jaluronico (Connettivina). Essendo la mucosa un tessuto molto delicato, è necessario valutare con attenzione il decorso e segnalare al personale qualsiasi manifestazione diversa dal rossore e dalle crosticine che si possono manifestare in seguito ai trattamenti. È necessario sottolineare che i condilomi possono ripresentarsi entro i primi 3 mesi dal completamento della cura. I controlli periodici dopo 1, 3, 6 e 12 mesi dopo l’intervento consentiranno di monitorare il decorso e consentire l’eradicazione completa anche in caso di recidive.
Come per tutte le infezione che interessano il nostro corpo è evidente che una funzione importante nella gestione dell’infezione è data dal sistema immunitario. Qualsiasi sua riduzione di attività, a causa di terapie cortisoniche molto pesanti ad esempio, oppure nel caso di patologie che lo interessano direttamente (es. AIDS) o comunque qualsiasi condizione, anche temporanea, di calo delle difese immunitarie, può influire nel processo di guarigione dalle lesioni condilomatose.